Il Carciofo

Sua maestà il Carciofo, dal Medio Oriente alle nostre tavole.

Il carciofo, dall’apparenza regale e gusto amarognolo, è una pianta perenne tipica del Mediterraneo.

Il carciofo, dall’apparenza regale e gusto amarognolo, è una pianta perenne tipica del Mediterraneo. Appartiene alla famiglia delle Composite o Asteracee, di cui fanno parte anche la lattuga, la cicoria, il cardo e il topinambur. Cynara scolymus è il suo nome scientifico, e proviene dal greco “kynara”, che significa “pungente”, “scabroso” in riferimento al suo aspetto spinoso.

 

La lunga storia del Carciofo

Mentre la patata e il pomodoro sono stati portati dal nuovo mondo, per questa specie vegetale il percorso è stato inverso. Il carciofo era già conosciuto al tempo degli Egizi e dei Greci (e non solo per scopi alimentari), che lo consideravano un “dono del sole”, sebbene non fosse uguale a quello di oggi, ma una varietà più piccola, dura e spinosa. Il suo arrivo in Italia si deve agli Etruschi, poi intorno all’anno Mille gli Arabi lo scoprirono in Sicilia e svilupparono una nuova varietà che portarono in Spagna. Il nome con cui lo conosciamo oggi, del resto, viene proprio dall’arabo “karshuf” o “al- kharshuf”.

Il mercante Filippo Strozzi, nel 1466, portò il carciofo da Napoli a Firenze. Caterina de’ Medici ne era particolarmente ghiotta, tanto da introdurre la coltivazione alla corte di Francia. Pare che anche Luigi XIV ne andasse letteralmente pazzo. Nella prima metà dell’Ottocento il carciofo iniziò a diffondersi e quindi a essere apprezzato tra i ceti popolari, come testimonia pure il celebre trattato culinario di Pellegrino Artusi (“La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”), che riportò innumerevoli ricette a base di carciofi. È famosa quella dei carciofi ripieni all’Artusi.

In Italia oggi la coltivazione del carciofo è diffusa soprattutto nelle regioni centro-meridionali, soprattutto in Puglia (carciofo violetto pugliese e il carciofo Brindisino), Sicilia (carciofo catanese), Campania e Lazio (il romanesco), oltre che in Toscana (carciofo violetto di Toscana) e in Sardegna (il carciofo spinoso).

 

Il carciofo, protagonista in cucina

I carciofi si possono consumare sia crudi, che cotti. Ad esempio in insalata, affettati finemente o stufati, ripieni, come condimento per la pasta e chi più ne ha, ne metta!

 

Carciofo, la pianta amica del fegato e non solo…

Il carciofo vanta numerose proprietà curative, oltre a essere una vera e propria miniera di Sali minerali, in particolar modo di ferro, fosforo e calcio, ma anche di vitamine, specialmente A, B, C ed E. Inoltre, grazie alla cinarina, una sostanza amara contenuta nelle foglie, nell’infiorescenza e nello stelo, svolge un’azione benefica sulla secrezione biliare.

L’efficacia di questa pianta in caso di problemi epatici è stata ampiamente dimostrata dalla scienza. I carciofi inoltre, sono poco calorici, regolano l’appetito, hanno un effetto diuretico e aiutano a tenere sotto controllo il colesterolo e il diabete.

 

Valori nutrizionali

100 g di carciofi contengono 22 kcal / 92 kj.

100 g di prodotto, contengono:

  • Acqua 91,3 g
  • Carboidrati 2,5 g
  • Zuccheri 1,9 g
  • Proteine 2,7 g
  • Grassi 0,2 g
  • Colesterolo 0 g
  • Fibra totale 5,5 g
  • Sodio 133 mg
  • Potassio 376 mg
  • Ferro 1 mg
  • Calcio 86 mg
  • Fosforo 67 mg
  • Magnesio45 mg
  • Zinco 0,95 mg
  • Rame 0,24 mg
  • Vitamina B1 0,06 mg
  • Vitamina B2 0,10 mg
  • Vitamina B 3 0,50 mg
  • Vitamina A r18 µg
  • Vitamina C 12 mg

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